Che cos’è la mediazione sistemico-relazionale?

La mediazione sistemico-relazionale è quel modello di risoluzione delle controversie, noto dagli anni ’50 e integrato e modificato nel corso degli anni, divenuto uno stabile punto di riferimento sia in ambito clinico che formativo.

La mediazione sistemico-relazionale e si pone come obbiettivo quello di facilitare la gestione dei conflitti, attraverso lo studio dei parametri della comunicazione umana, delle proprietà dei sistemi viventi e dei criteri di personalità. Gli obiettivi di tale tipologia di mediazione riguardano la risoluzione di problemi relazionali e di comunicazione.

Detta tipologia di mediazione riunisce varie teorie andandole ad applicare a vari ambiti quali, ad esempio, la mediazione familiare, la mediazione in contesti aziendali, istituzionali o altri contesti sociali.

La mediazione sistemica, quindi, ha la capacità di incontro e confronto tra le parti in conflitto aiutandole a migliorare la loro interazione.

La mediazione sistemico-relazionale si rifà alla psicologia sistemico relazionale, secondo questo approccio, l’individuo con il suo operare è esso stesso un modificatore del contesto, in una sorta di dinamica circolare ove i sistemi che interagiscono si influenzano reciprocamente all’interno di una modalità di tipo cibernetico. Il sistema relazionale è “l’insieme costituito da una o più unità collegate tra loro in modo che un cambiamento nello stato di un’unità sarà seguito di nuovo da un cambiamento nelle altre unità” (Parsons-Bales 1955). “Ogni organismo è un sistema, cioè un ordine dinamico di parti e processi tra cui si esercitano interazioni reciproche” (Bertanfly). Per cui si analizza non solo l’individuo ma anche i suoi rapporti con gli altri, prendendo in considerazione la famiglia come unità funzionale”.

La mediazione sistemica può essere praticata:
– tra coniugi e/o conviventi, non sempre collegate a vicende separative;
– tra familiari, soprattutto riguardanti rapporti inter-generazionali, ma anche liti tra fratelli e/o sorelle;
– tra vittime e autori di reati quali: lesioni personali colpose, minacce, ingiurie, diffamazioni, lesioni dolose, ecc.;
– tra colleghi di lavoro e tra professionisti legati da vincoli associativi;
– tra insegnati e genitori di studenti
– tra vicini di casa.