18 Luglio
Redazione
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Lo scorso 13 luglio, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario forense 2012 presso il CNF, il ministro della giustizia Paola Severino ha sottolineato come sia ormai generalmente condivisa l’opinione circa l’indilazionabile necessità dell’utilizzo di strumenti deflattivi di sempre maggiore efficacia nel campo della giustizia civile, al fine di evitare gli effetti devastanti prodotti da un peso ormai insostenibile.
A tale proposito, il ministro ha sottolineato come si sia intervenuti “…con la legge sulla mediazione civile, che (…) sta producendo qualche risultato utile. Ebbene, mi pare giusto chiedere riforme per conseguire un certo risultato; quando poi le riforme, sia pure con fatica, arrivano, senza la necessaria collaborazione l’applicazione diventa ardua. Io penso che confronto significhi anche collaborazione e che sia questa la giusta prospettiva in cui collocarsi. O l’esperienza dimostra la necessità di modifiche oppure bisogna adeguarsi alla normativa adottata”.
Il ministro ha poi proseguito il suo intervento osservando come i primi riscontri circa le risultanze dell’entrata in vigore del meccanismo della mediazione quale condizione di procedibilità dell’azione siano tali da dimostrare ampiamente l’estrema importanza dell’istituto.
In particolare, del tutto confortanti sono i numeri relativi ai procedimenti nei quali si è avuta l’adesione della parta chiamata in mediazione. Il dato problematico, per contro, è rappresentato dal fatto che tuttora circa i due terzi dei tentativi esperiti non vedono la partecipazione della controparte, con conseguente effetto di rallentamento generale dell’entrata a regime della riforma e della sua effettiva portata deflattiva.Pertanto, ha concluso il ministro, “…può dirsi che se vi è partecipazione al tentativo di mediazione, la sua percentuale di riuscita è alta; quindi, quanto più si sensibilizzerà l’adesione al meccanismo della mediazione, tanto più si accrescerà l’effetto deflattivo sui carichi di lavoro della giustizia civile.
In quest’ottica, è importante il ruolo dell’avvocato nella possibilità di accesso alla mediazione. Appare quindi necessario sensibilizzare alla pratica della mediazione, valorizzando, a livello professionale, la definizione della controversia con strumenti alternativi alla tipica decisione giudiziaria. In questo senso apprezzo l’iniziativa del Consiglio di diffusione, attraverso una apposita Commissione, della cultura della conciliazione. Come auspico un forte incremento degli organismi costituiti dagli Ordini forensi, quale garanzia di imparzialità, correttezza e professionalità”.
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