mediazione civile obbligatoria dl 69-2013 dlsg 28-2010

Manifestazione nazionale di categoria degli Organismi di Mediazione e dei Mediatori Civili

Riportiamo di seguito il testo del Comunicato stampa della Segreteria Organizzativa del Forum nazionale dei mediatori, in relazione alla giornata di mobilitazione nazionale indetta per il 12 novembre 2012.

Forum nazionale dei mediatori

COMUNICATO STAMPA

GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE DEI MEDIATORI

Il Forum Nazionale degli Organismi di Mediazione e dei Mediatori Civili il giorno 12 novembre ha indetto una giornata di mobilitazione nazionale della categoria in Roma per invitare a sostenere il Parlamento a salvare la “mediazione obbligatoria”, a seguito del comunicato stampa della Corte Costituzionale che ne ha dichiarato l’incostituzionalità per eccesso di delega del precedente Governo.

Salvo indicazioni contrarie della Questura, la manifestazione si terrà in Piazza Montecitorio, nella zona consentita per le manifestazioni, dalle ore 11:00 alle ore 16:00, senza occupazione di suolo pubblico. I mediatori in tale circostanza, con la modalità speaker’s corner, spiegheranno ai politici, alla gente, ed ai media le loro ragioni.

I Mediatori invitano tutte le forze politiche a reintrodurre la mediazione obbligatoria ed a sostenere gli emendamenti che sinora sono stati presentati o alla Camera, nella legge di stabilità, o al Senato, nella legge per lo sviluppo economico.

Dall’introduzione del D.Lgs. 28/2010, oltre 900 Organismi di Mediazione hanno sostenuto investimenti economici per 600 milioni di euro, formato oltre 40.000 mediatori, assunto migliaia di persone con contratto a tempo indeterminato per lavori di segreteria, contribuito alla deflazione del carico giudiziario, lavorato per diffondere la cultura della conciliazione in ogni ambito della vita sociale.

I Mediatori invitano i politici a riflettere sulle conseguenze di quello che potrebbe accadere se si tornasse indietro, ad un sistema della Giustizia completamente paralizzato, esponendo, peraltro, lo Stato a possibili class action per milioni di euro.
Tornare indietro sarebbe una follia che i cittadini, in questo grave periodo di crisi economica, non si possono assolutamente permettere di pagare.

La Segreteria Organizzativa
Dott. Giammario Battaglia
Tel. 392/4646697

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La mediazione obbligatoria sarà presto ripristinata?

L’interrogativo, allo stato attuale dei fatti, è d’obbligo.

A prescindere da ogni considerazione relativa all’abnormità della situazione venutasi a creare a seguito della declaratoria di illegittimità costituzionale, per eccesso di delega legislativa, operata da parte della Corte costituzionale, occorre rilevare come un primo tentativo di ripristino del regime di obbligatorietà della mediazione abbia già preso le mosse attraverso la presentazione di ben tre emendamenti al disegno di legge di stabilità, attualmente al vaglio preliminare della Camera (il procedimento approderà in Assemblea martedì 13 novembre, per poi passare al Senato).
In primo luogo, l’emendamento AC5534-bis, presentato dagli onorevoli Sabatino Aracu e Carmelo Briguglio, che mira a sanare l’eccesso di delega reintroducendo sic et simpliciter la norma dichiarata anticostituzionale per eccesso di delega; inoltre, l’emendamento di cui è primo firmatario l’onorevole Roberto Occhiuto, con l’appoggio dei deputati Amedeo Ciccanti e Marco Calgaro, nel quale si propone non solo il ripristino del tentativo obbligatorio di mediazione, ma anche e soprattutto la sua estensione a tutte le controversie in materia di diritti disponibili e l’aumento, in misura del doppio, delle sanzioni previste per l’ipotesi di assenza, senza giustificato motivo, della parte chiamata in mediazione.
Infine, allo stato, l’emendamento di cui risulta promotore l’onorevole Stefano De Lillo, per mezzo del quale si intende proporre un periodo di ”sperimentazione” della mediazione a carattere obbligatorio, fino al 31 dicembre 2017, con la novità, però, rappresentata dall’assistenza degli avvocati delle parti nell’ipotesi di formulazione di una proposta conciliativa da parte del mediatore.
Come è agevole rilevare, i sostenitori del sistema di mediazione obbligatoria introdotto dal D.lgs n. 28/2010, venuto poi meno in virtù della pronuncia della Consulta, non hanno fatto attendere più di tanto una prevedibile reazione.

Iniziative di carattere istituzionale che rappresentano, dunque, il fondamentale riscontro di quanto, in attesa di ulteriori sviluppi, già da diversi giorni va promanando dal mondo degli operatori della mediazione. In particolare, va ricordato che il III Forum Nazionale degli Organismi di Mediazione ha indetto a Roma, per lunedì 12 novembre 2012, una giornata di mobilitazione nazionale di tutti gli Organismi di Mediazione e dei mediatori civili.

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Dati sulla mediazione civile al 30 giugno 2012

Il Ministero della Giustizia ha pubblicato i dati sulla mediazione civile al 30 giugno 2012.
In questa sede ci interessa cogliere due aspetti che riguardano la categoria (sarebbe meglio dire: una parte della categoria) che osteggia la mediazione civile adducendo motivazioni varie, tra le tante, la presunta incapacità dei mediatori non avvocati (i “poveri ignoranti” che hanno fatto un corso di 50 ore ma, ahi loro, non conoscono il diritto) a svolgere con competenza il compito di mediatore.

Il primo dato che risalta è la percentuale delle mediazioni svolte con l’assistenza del legale di fiducia: 84 % degli istanti e 86% dei chiamati si presenta in mediazione con l’avvocato!
Cari avvocati, che osteggiate la mediazione, non temete: con la mediazione non perderete il lavoro, probabilmente otterete un profitto in un tempo minore…

Il secondo dato, forse il più interessante è quello che riguarda la percentuale di mediazioni definite con esito positivo nelle varie tipologie di organismi.

Mediazioni definite con accordo tra le parti:

– Presso ORGANISMI PRIVATI ( per intenderci, quelli gestiti da Non Professionisti) 51,4% ….. Poco più di una su due!

B)– Presso ORDINE AVVOCATI (per intenderci, quelli gestiti dai Professionisti) 34,5%……  Poco più di una su tre….

Saremmo lieti di ricevere qualche commento da parte dei Professionisti. Il nostro pensiero, svolgendo quotidianamente questa professione, è molto semplice: “non sarà che qualche Professionista, nel suo habitat naturale, giochi a fare il Piccolo Giudice? “

Da A.D.R. Intesa i piccoli giudici sono stati allontanati o se ne sono andati via autonomamente. Noi utilizziamo mediatori, avvocati e non, che abbiano compreso lo spirito della mediazione, che poco ha a che fare con il processo civile.

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Sentenza Corte Costituzionale: quale futuro per la mediazione?

Come ormai noto, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale, per eccesso di delega legislativa, del D.Lgs n. 28/2010, nella parte in cui prevedeva il carattere obbligatorio della mediazione.

La motivazione dovrebbe essere resa nota nelle prossime settimane e di conseguenza, allo stato, non sembra possibile andare al di là di alcune primissime considerazioni di ordine generale.

Ammesso (e non concesso) che nella pronuncia la Corte si sia arrestata alle sole problematiche relative al rapporto tra legge di delegazione e legislazione delegata, non inoltrandosi quindi in problematiche inerenti agli aspetti ”sostanziali” della questione (soltanto la motivazione della sentenza potrà, ovviamente, chiarire tale fondamentale aspetto), la situazione sembrerebbe potersi riassumere come segue.
Secondo quanto disposto dall’art. 76 Cost., la legge delega deve contenere, oltre ai principi ed ai criteri direttivi cui il Governo è tenuto ad ispirarsi, limiti di oggetto definito e tempo determinato. Ebbene, nella fattispecie, la delega contenuta nell’art. 60 della L. n. 69/2009, non prevedendo espressamente ipotesi di obbligatorietà della mediazione, non risulterebbe tale da autorizzare l’Esecutivo a prevedere, per le materie di cui all’art. 5 D.lgs n. 28/2010, il procedimento di mediazione quale condizione di procedibilità della domanda giudiziale. Di qui l’eccesso di delega dal quale il decreto, in ultima analisi, sarebbe affetto.

Quali scenari si schiudono, a questo punto?
Certamente nulla potrebbe escludere la via del disegno di legge, di iniziativa governativa o parlamentare. Si tratterebbe però, evidentemente, di una strada di fatto resa impraticabile dai tempi lunghi inevitabilmente richiesti dall’iter legislativo, soprattutto dovendosi tener conto delle attuali contingenze di ordine politico.

Rimarrebbe la risorsa rappresentata dal decreto legge.

In via di principio, tale soluzione non potrebbe ritenersi esclusa a priori, dal momento che l’art. 15, co. 2, lett. e), L. n. 400/1988 vieta al governo di ripristinare l’efficacia di disposizioni dichiarate illegittime dalla Corte Costituzionale solo qualora si tratti di ”vizi non attinenti al procedimento”. Tale divieto non è dunque applicabile al caso in esame.

Si tratterebbe, naturalmente, di valutare la sussistenza di un caso straordinario di necessità e urgenza, a norma dell’art. 77, co. 2, Cost. Non sembra, in effetti, che possano essere diversamente considerati lo stato emergenziale della giustizia civile italiana, da un lato, dato che la componente deflattiva presente nella normativa sulla mediazione non può essere revocata in dubbio, né la sorte degli innumerevoli organismi di mediazione fino a ieri operanti a pieno regime ed oggi, di fatto, condannati al fallimento, dall’altro.
Questi, in estrema sintesi, gli scenari che al momento appaiono delinearsi.

Va rilevato, in ogni caso, come non siano mancate immediate reazioni e prese di posizione da parte degli operatori del settore della mediazione.
Il Forum nazionale degli Organismi di mediazione e dei Mediatori Civili, ad esempio, a fronte della pronuncia della Corte costituzionale, ha ritenuto opportuno diramare immediatamente un comunicato stampa nel quale si legge, tra l’altro, ”…che la Corte Costituzionale sembra aver ritenuto infondate le questioni di illegittimità costituzionale con riferimento all’articolo 3 della Costituzione (principio di uguaglianza) ed all’articolo 24 (laddove è garantito il diritto di difesa). Mentre solo con riferimento all’articolo 77 della Costituzione (divieto di eccesso di delega), la Consulta pare aver rilevato esclusivamente un vizio formale per eccesso di delega.
Tale imperfezione evidenziata dalla Corte, ove confermato con il deposito della sentenza, verrà sanata a breve con apposite disposizioni normative su cui il Forum nazionale degli Organismi di mediazione e dei mediatori civili, sta già lavorando alacremente con l’apporto fattivo di numerosi esponenti delle istituzioni e della società civile tutta.
Il 31 ottobre gli Organismi di Mediazione ed i Mediatori Civili si ritroveranno a Roma presso la Camera dei Deputati al III Forum Nazionale degli Organismi di Mediazione e dei Mediatori Civili per decidere la data in cui tenere, la prima settimana di novembre, una grande giornata di mobilitazione nazionale dei mediatori in Roma, per andare in pressing sul Parlamento e sul Governo, affinché venga emanato un atto “riparatore”, al grido: “Indietro non si torna”. Al III Forum Nazionale dei Mediatori, per sentire le voci dei Mediatori, parteciperà anche il sottosegretario alla Giustizia, Salvatore Mazzamuto
”. (Forum nazionale degli Organismi di mediazione e dei Mediatori Civili, comunicato stampa del 24 ottobre 2012).

Anche Unioncamere ha ribadito il proprio impegno a proseguire sulla strada delle forme giustiziali alternative al processo, attraverso la dichiarazione del proprio presidente Ferruccio Dardanello, il quale sottolinea come ”…il sistema delle Camere di Commercio che da oltre 10 anni e’ impegnato sul fronte della conciliazione e che nel tempo ha investito risorse ed energie per offrire ai consumatori e alle imprese italiane un’alternativa di qualità al tradizionale ricorso alla giustizia ordinaria, proseguirà nel suo percorso a favore di questa forma di giustizia basata sulla ricerca dell’accordo piuttosto che sulla contrapposizione tra le parti. Ogni giorno, infatti, il mondo delle imprese ci chiede proprio questo: una giustizia rapida e poco costosa. In attesa di leggere le motivazioni della sentenza della suprema Corte, ci auguriamo che il Governo e il Parlamento vogliano sostenere attraverso forme di incentivazione il maggior ricorso a questo strumento”.
Di segno naturalmente opposto, invece, i primi commenti provenienti dal mondo dell’avvocatura.
Il Cnf, esprimendo la propria soddisfazione per la decisione della Corte, sottolinea in una nota come debba essere dato ”…ampio riconoscimento ai colleghi che per primi hanno individuato la strada del ricorso in sede giudiziaria.
Da parte sua il Cnf ha sostenuto le motivazioni del ricorso con una memoria a firma di Massimo Luciani, depositata alla Corte.
Il Cnf ha sin dal principio sottolineato che la previsione del passaggio obbligatorio dalla mediazione come condizione, per di più onerosa, per adire il giudice non solo rendeva oltremodo difficoltoso l’accesso alla giustizia da parte dei cittadini; ma era una previsione anomala con riguardo alla natura propria di un istituto che risulta tanto più efficace quanto basato sulla reale volontà delle parti.
Il Cnf rileva che l’efficienza della giustizia è un obiettivo che è condiviso dall’Avvocatura ma occorre che le soluzioni giuridiche in concreto individuate rispettino i diritti dei cittadini e i principi dell’ordinamento
”.
Anche l’Organismo Unitario dell’Avvocatura (OUA), con l’intervento del presidente Maurizio de Tilla, si esprime favorevolmente nei riguardi della decisione della Consulta, osservando come, a proprio avviso, ”…l’obbligatorietà e i costi alti costituivano un meccanismo perverso che, oltre che limitare l’accesso alla giustizia, avviava un processo di privatizzazione di un diritto sancito dalla nostra Costituzione. Ora è giunto il momento di approfondire il confronto e di puntare davvero su sistemi moderni di soluzione alternative alle controversie, con criteri di qualità e rigore e senza dissimulate privatizzazioni dei diritti. Non solo: il ministro Severino deve tener conto di questa decisione e avviare un dialogo aperto e a tutto campo sulle proposte dell’avvocatura, che ha sempre ragione quando invoca il rispetto della Costituzione. Anche, in questa occasione prendiamo un impegno ulteriore come Oua: la battaglia continua contro l’aumento dei costi per i cittadini, per l’eliminazione del filtro in appello e il taglio di oltre 1000 uffici giudiziari. Basta con le ricette sbagliate, è giunto il momento delle vere riforme per ridurre i tempi dei processi e rendere efficiente la macchina giudiziaria”.

Questa, dunque, in termini ovviamente di estrema sintesi, la situazione e le posizioni attuali. Non resta, per il momento, che l’auspicio di una celere pubblicazione della sentenza, al fine di poterne conoscere le esatte motivazioni e, quindi, la reale portata.

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